Alberto Merlati è un giovane di poco più di 80 anni anagrafici. Ha giocato a pallacanestro nella squadra nazionale ed è un imprenditore di grosso successo.
Qualche tempo fa, gli stavo illustrando i riscontri del progetto “Aiutiamo i giovani ad aiutarsi” e di come fosse stato possibile portarlo a conclusione (con i relativi bellissimi riscontri dei ragazzi e degli insegnanti) grazie ad una campagna di crowdfunding alla quale avevano partecipato vari soci di I.S.I.
Dopo di che, chiesi ad Alberto se conoscesse qualcuno che fosse disponibile a finanziare in maniera consistente la prosecuzione del progetto, viste le richieste che avevamo ricevuto da varie scuole, non potendo ricoinvolgere subito i soci di I.S.I. (che pure avevano aderito in massa) in una nuova campagna di crowdfunding.
Alberto mi disse: “Certo che conosco uno che può aiutare il progetto della tua associazione e può dirti di sì già da questo momento. Sono io. Il vostro progetto mi piace, ho sempre pensato che nella vita sia importante essere di aiuto agli altri e l’ho sempre fatto. Vi darò 10.000 euro in cinque rate, mano a mano che il progetto si svilupperà”.
Che dire? Da quando, ormai da più di 40 anni, ho deciso di investire una parte del mio tempo, per gli altri, ho ricevuto una marea di complimenti e di incoraggiamenti a continuare su questa strada “in una società come quella di oggi“. Quasi mai, però, agli incoraggiamenti si è accompagnata un’azione concreta, per poter così essere veramente di aiuto a qualcuno non solo a parole ma anche con fatti concreti.
Alberto è uno che fa parte del “quasi mai“. Dice, mantiene e fa. L’ho conosciuto solo qualche tempo fa, nell’associazione L.I.B.A. (Legends International Basketball Association) di cui è vice-presidente e ho avuto l’ennesima conferma che la differenza, nella qualità della nostra vita, oltre che dalla preparazione professionale, è sempre fatta dalla persona e dai valori che l’accompagnano.
Ho trovato in internet un’intervista rilasciata da Alberto qualche anno fa (clicca qui) e conoscerlo un pò di più può essere utile, ma non è fondamentale; di fondamentale, a mio parere, c’è che anche se Alberto non conosce direttamente la nostra associazione, Alberto ed I.S.I. hanno in comune il reciproco desiderio di essere di aiuto agli altri. E lo fanno lasciando che “in una società come quella di oggi” a parlare siano i fatti determinati dalla coscienza personale e dalla gratitudine.
Grazie Alberto, anche da parte degli ancora oggettivamente sconosciuti (ma in realtà già tuoi amici soggettivi) soci di I.S.I. Faremo del nostro meglio.
Carlo