Mi ero immaginato una presentazione semplice, consapevole e magica, senza esaltazione emotiva e senza manierismi, perchè confidavo nella “presenza” di ognuno dei presenti e nel potere del pensiero senza scarpe.
La realtà ha superato l’immaginazione; e il miglior modo di ringraziare è di essere la speranza che portiamo nel cuore, nella mente e nell’anima, testimoniata dai risultati che certamente arriveranno.
Credo che chi era presente possa affermare, con orgoglio e partecipazione sincera: “c’ero anch’io“.
Carlo Spillare
Per avere il libro (€ 10,00), scrivere a istitutoserblin@villaggioglobale.com
A Vicenza, il libro si trova presso le librerie Galla, corso Andrea Palladio n. 11 e Traverso, corso Andrea Palladio n. 172.
Ad Arzignano (VI), presso la libreria Mondadori, via Rizzetti n. 4
A Schio (VI), presso la libreria Bortoloso, Piazza A. Rossi n. 10.
A Camporovere di Roana (VI), presso “Casatanzerloch” da Gil, via 8 Agosto n. 201.
qui di seguito, una testimonianza, così come pervenuta da un’ospite presente all’incontro:
Io c’ero.
Oggi è stato un giorno di FESTA.
Si sentiva già nell’aria stamattina quando sono partita che sarebbe stata una giornata Speciale.
Siamo arrivati in un discreto numero, da molte parti d’Italia, per la presentazione del libro di Carlo.
Vitamine per il pensiero laterale. Nucleo attrattivo della giornata un libro di frasi-pensiero.
Ma quello che si respirava era proprio quello di voler festeggiare il successo di uno….. uno di noi folli sognatori che condividono tecniche mentali, e poi saremmo tornati ognuno a casa sicuramente con il libro e con il piacere del rivedere e re-incontrato tante persone che non si vedevano da tempo. Veramente da tempo. Qualcuno non lo vedevo da anni, ma sono sempre preziose le condivisioni vere.
Ancor prima di iniziare la presentazione l’aria di festa in sala si respira.
Gruppetti di persone che si salutano, si abbracciano, stupore, gioia…. si! è già festa!
Tra i relatori si parla di queste vitamine e per una frazione di tempo, non so quanto, sono catapultata nella corte di casa di mia nonna.
La MIA amata nonna. Donna silenziosa, pochissime parole. Vita contadina. Vedova e madre di otto figli. Faro e rifugio della mia infanzia/adolescenza.
C’erano degli appuntamenti immancabili in cui si partiva un sabato di settembre alla mattina prestissimo per la vendemmia. Si andava tutti. Non importava se durante l’anno tra fratelli si erano visti o sentiti o se c’erano state discussioni o condivisioni. A settembre si andava punto e basta! Cosi, da quando era morto mio nonno.
Ognuno lasciava la quotidianità, e da vari paesi vicini o lontani si andava da mia nonna. Ho pochi ricordi della giornata se non che ci era concesso di salire sul trattore guidato da mio zio; prima di iniziare a lavorare ci caricava tutti nel carro e ci portava a fare un giro tra le viti.
Per noi era l’eccitante inizio di una giornata di giochi e libertà . Tutti gli adulti erano nel vigneto, anche alcuni vicini di casa venivano ad aiutare e noi eravamo 18 selvaggi scatenati padroni della intera casa e del cortile. Mia nonna passava tutta la giornata in cucina perché poi, dopo il lavoro, iniziava la festa.
Ci diceva “bisogna fare e celebrare”. Donna di chiesa, credente e praticante. Era molto legata ai riti. E anche questo era un appuntamento sacro. Tutta la famiglia riunita, dove almeno per un giorno si appianavano le questioni, i sospesi, i non detti…. si stava tutti assieme e si festeggiava. Cosa? Il vino? Mah….
Fare e celebrare intanto. Non lo potevi sapere subito se il vino era buono. Bisognava aspettare… ma intanto era festa.
Un altro appuntamento ufficiale poi era il giorno dei morti. Dove ci si ritrovava di nuovo, TUTTI, i grandi per assaggiare il vino nuovo (che poi rimaneva allo zio) e noi a bere delle tazze di brodo da pentoloni enormi. Brodo come medicina per l’anima, era un condensato di Amore, galline di corte, verdure dell’orto e un qualcosa di magico che lo rendeva unico. Altro giorno di festa per noi piccoletti.
Ho in mano un libretto di Carlo con dedica, e finché vado verso la macchina cerco di riordinare i pensieri….
Ma dove sono stata? La sacralità dei riti! Celebrare i momenti nonostante il risultato. Ecco forse cosa ci manca nei centri. Tanto fare e poco celebrare….
”eh ma ci sono pochi e faticosi risultati cosa festeggi a fare?”
Festeggio che ci sono, che parto per andare ad ascoltare la presentazione di un libro e me ne torno a casa a casa con le vitamine di mia nonna, con la nostalgia del brodo e la curiosità: Chissà com’era poi quel vino?….
E tu che emozione hai provato?
Greta Perobello – Vicenza