Una riflessione umile e condivisibile di un’allieva del corso di counseling dinamico-relazionale

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RICONCILIARSI PER VIVERE 

Per riconciliarsi ci vogliono due condizioni fondamentali, la prima è essere adulti, la seconda è aver capito di essere una radice.
Per adulti intendo l’essere consapevoli e responsabili del proprio spazio e della propria vita.
La maturità dell’essere adulti porterà alla consapevolezza che si è diventati radici/modello per cui, per poter migliorare se stessi ed il mondo, si sceglierà o si proverà, ad essere la migliore radice.
Accantoniamo quanto sopra e concentriamoci sulla parola riconciliarsi ponendoci le solite domande di rito:
perché si desidera riconciliarsi
come riconciliarsi
a che scopo riconciliarsi.
A tutti è capitato di avere subito una situazione di forte disagio, un torto o di aver fatto del male, e a tutti è capitato che, ogni tanto, per una parola, un profumo, una frase la nostra mente ci ha fatto ripercorrere quella situazione e facendoci soffrire.
Tutto il processo parte da un “gancio” che innesca un ricordo a cui non sappiamo mettere il freno ma ancora peggio in cui la nostra mente attiva un uragano nella parte emotiva rievocando tutto il dolore e la sofferenza del passato (può essere anche ieri).
I sentimenti trasmetteranno altri messaggi negativi alla mente che a sua volta risponde incrementando il dolore, un vortice di pensieri e sensazioni non piacevoli che porta il più delle volte ad uno stato di dolore fisico.
Gli attori coinvolti in questo processo sono: la mente, le emozioni ed il fisico.
Come uscirne? Richiamando il grande assente ossia la parte spirituale, ascoltando la propria “anima” collegandosi alla vita positiva e all’universo e riempendo quella situazione di amore – il ciclo luce-.
Non perdonandola, sminuendola o ripetendosi che è ben poca cosa, nè accettandola giustificandosi con frasi del tipo “la vita è dura”.
Solo inserendola con amore e pace nelle esperienze della vita allora la potremo valutare per quello che è, adottando questo tipo di accoglienza il gancio non avrà più nessun effetto, non saremo più prigionieri.
Ci si riconcilia per amare maggiormente la vita, è un gesto di amore verso noi stessi, per stare bene e per non avere delle catene invisibili e quei pesi insopportabili.
Attraverso un percorso di sviluppo personale con l’obiettivo di diventare una radice migliore si può modificare il proprio sentire ed incominciare a vivere pienamente.

                                                                                                                                                              Daniela Cattelan

Riconciliazione

Un breve momento fra due trasformazioni, orfano di radici e di prerogative, esorcizza la paura del mistero disquisendo d’eredità regali, di paradisi perduti, di lasciti e legati per le future trasformazioni;
Soffocato dalle paure della natura, miracolato dall’Olimpo degli dei, dal miraggio della logica e della ragione, baldanzosamente paludato nelle vesti incongruenti di una scienza improbabile, farnetica di mete conquistate di libertà, anticipando il proprio destino con sterili scelte di disperazione.
Ma quando il miracolo della coscienza sfiora la storia dell’umana realtà, sconfinati orizzonti d’innumeri meraviglie accomunano momenti e destini di milioni di mondi del pianeta.
Cadono le paure, i confronti, le squalificanti recriminazioni e nel nuovo senso della trasformazione riemerge, dalle fugate tenebre della vergognosa rassegnazione, la luce della speranza, della fiducia e dell’universale responsabilità.
Ora ci apprestiamo, con minor tristezza, alla nostra vicina trasformazione, perché sappiamo che il pianeta vita, affettuosamente, ci conduce per mano, accogliendo nella sua memoria, l’armonioso segno del nostro passaggio e la solidale testimonianza della nostra riconciliazione.

                                                                                                                                                      Marcello Bonazzola

 

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